Ed ecco altri 4.
Poi metterò gli ultimi tre, di cui l'ultimo è proprio l'ultimo che ho scritto.
Capitolo 10Finita la breve visita alla neo mamma, il gruppetto si mise in marcia verso lo stabile, dove Riley aveva detto che si era sistemato con il suo gruppo. Robin li aveva seguiti, visto che era l’osservatore capo della zona di Cleveland. A fare compagnia a sua moglie, erano infatti rimasti Xander e Anya. Le novità che erano state loro rivelate, li avevano lasciati un po’ turbati e non voleva che Faith rimanesse da sola con il bambino, all’ospedale.
<< Appena la dimettono vorrei portarla a Roma, da voi. Sempre se non vi crea problemi…>> disse infatti preoccupato.
<< No problem, cioccolatino…anzi stavo per proportelo io. Vista la situazione penso che sia la cosa migliore da fare. >> gli rispose Spike, mentre bussava con forza alla porta di metallo di un vecchio magazzino, dall’aria cadente. Certo che il soldatino era finito proprio male.
Un minuto dopo, la porta si aprì leggermente e un volto femminile si affacciò cauto. << Si? Chi cercate? >> chiese la ragazza, come se non aspettasse visite. Militari, tutti uguali, mai che dicessero la verità, pensò Spike.
<< Siamo attesi dolcezza…dì al tuo capo che i membri del consiglio sono qui. >> disse strascicando leggermente le parole e facendole un sorriso da cardiopalma. Un leggero tossicchiare alle sue spalle, però lo fece irrigidire. Ups, mai chiamare un'altra donna dolcezza, se hai tua moglie dietro di tè.
Girandosi per affrontare due occhi verdi che sembrava che bruciassero, Spike assunse la sua classica faccia da schiaffi e sempre sorridendo disse. << Dico bene, amore? >> lanciandole uno sguardo languido, mentre dentro di se sperava di scampare ad una scenata di gelosia.
Dietro di sé, sentì la porta che si spalancava. << Siete in ritardo! >> esclamò la voce infastidita di Riley. Girandosi di nuovo per affrontarlo, prese la mano di Buffy e la strinse. Sentire che ricambiava la stretta, gli fece capire che forse ci era riuscito.
<< Sorry, Big Jim, abbiamo avuto degli imprevisti…ma come vedi ora siamo tutti qui. >> ghignò Spike, osservando il colorito giallognolo, che ancora era presente sul volto del soldatino. Una leggera risatina, a fianco a lui, gli fece capire che anche Buffy aveva notato la cosa.
Giles, finalmente decise di farsi avanti e far valere il fatto che il capo del consiglio degli osservatori era lui. << Allora Riley, dobbiamo rimanere sulla porta o vuoi dirci perché hai cercato il nostro aiuto? >> disse cercando di assumere tutta la sua autorità.
Riley, annuì, facendosi da parte per far entrare gli altri, per poi avviarsi facendo strada. Lungo il percorso, Buffy diede uno sguardo gelido alla ragazza di prima, come per avvisarla di stare alla larga dal suo uomo, e stringendo più forte la mano di lui, che giratosi verso di lei, le sorrise.
Vennero condotti in quello che sembrava un grande ufficio, sparsi a giro vi erano vari computer, su di un muro si potevano vedere attaccate delle foto di demoni vari. Sembrava proprio un centro di comando, anche se i materiali usati lasciavano a desiderare.
Facendo accomodare gli ospiti, attorno a quello che un tempo doveva essere un tavolo da ping-pong, Riley si sedette su una poltroncina scassata, Buffy lanciando uno sguardo scettico, verso la sedia che le era toccata, preferì invece sedersi in braccio a Spike, e la cosa a lui non dispiacque per niente.
<< Allora? >> fece Giles, incitando Riley a parlare.
<< Umm si…scusate tanto per cominciare…lasciate che vi presenti il mio gruppo…Rougue ( disse indicando la ragazza di prima ) Jerry ( il tizio sembrava preso da un film western, con tanto di stivali e cappello) Tom (questo invece era il classico maniaco dei computer, occhialini compresi) e Bred (un nero alto due metri piuttosto massiccio) , ce ne sono altri, ma al momento si trovano fuori città! >> iniziò a dire Riley, che doveva ammettere di sentirsi impacciato. Si rendeva conto che a vederli non sembravano un gruppo affidabile, ma erano tutti ragazzi in gamba, sperava solo che anche gli altri se ne accorgessero.
Spike e gli altri si presentarono a loro volta, ma nessuno sembrò sorpreso nel venire a sapere, che lui era stato un vampiro. Evidentemente Riley doveva aver già aggiornato i suoi amici. Nondimeno si sentiva fissato con curiosità.
<< Dunque le cose stanno così…vi ho già detto che qui a Cleveland c’è una base dell’iniziativa. Il fatto è che abbiamo scoperto che non si limitano ad uccidere gli HST, ma ultimamente negli ultimi due mesi, hanno ripreso a catturarli, e abbiamo prove certe, che hanno ripreso anche gli esperimenti genetici. Uno del nostro gruppo, in incognito, lavora ancora per loro, proprio in quella base e ci ha fornito tutte le informazioni, guardate voi stessi. >> spiegò Riley con voce seria, mentre faceva circolare delle cartelle piene di documenti e foto.
<< Questo lo conosco…è Gawl, uno dei demoni che ci forniva informazioni. >> esclamò Robin, indicando la foto << E ce ne sono anche altri…ecco dove erano spariti. >> aggiunse, trovando una risposta a quel quesito.
<< Ho paura che la faccenda sia un po’ più seria….>> esclamò invece Giles, che stava leggendo il rapporto. << Da quanto c’è scritto qui, sono state riprese le ricerche della dottoressa Walsh, e voi sapete bene cosa significa. >> aggiunse, guardando preoccupato, da sopra gli occhiali, gli altri.
<< Decisamente seria, Rupert….dai uno sguardo a questa foto. >> gli rispose Spike, facendo scivolare la foto in questione in mezzo al tavolo. Un gemito di sgomento, si levò dal gruppo, vedendola.
<< Voi sapete chi sono questi tizi? >> chiese Riley, sconcertato che la foto di quelle persone, sembrasse turbare così tanto, tutti loro, che ne avevano passate tante.
<< Questi sono i servi del primo demone…>> gli rispose Spike, con uno sguardo di ghiaccio. << E questo significa solo una cosa….il primo ha deciso di costruirsi un bell’esercito di Adam tutto per se! >>
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Il silenzio accolse le parole di Spike. Gli unici che dimostravano solo un po’ di agitazione, ma perché non comprendevano appieno la potenzialità di quella frase, erano gli amici di Riley. Invece sul volto degli altri si leggeva una profonda angoscia. Buffy, si strinse al marito, tremando e lui la avvolse più stretta fra le braccia, cercando di infonderle sicurezza.
<< Ma questo primo demone, chi è? Perché sembrate temerlo tanto? >> chiese a sorpresa Rougue, più incuriosita che impaurita. “Beata innocenza” pensò Giles, che non resistendo, riprese a pulirsi gli occhiali. Quel semplice gesto era per lui, quello che l’abbraccio di Spike era per Buffy.
Riley, invece guardava con palese invidia, la coppia. Già gli aveva dato fastidio che Buffy si fosse seduta in braccio a quel…no non era più un vampiro, ed ora era persino suo marito, maledizione. Ma vederla così, lei che era stata sempre così forte, vederla cercare il conforto di un'altra persona, non gli piaceva.
<< Rupert…lo sai quello che dobbiamo fare, vero? >> esclamò Spike, ignorando bellamente la domanda che la ragazzina aveva posto. Il capo degli osservatori annuì.
<< Allora, qualcuno di voi, vuole rispondermi? >> chiese la ragazza che non ci stava a fare da contorno.
<< Ok….ma ricorda che lo hai voluto tu. Era meglio se non sapevi, almeno te ne stavi un po’ tranquilla. La curiosità uccise il gatto, non lo sai? >> gli ghignò Spike, posando poi un bacio sulla fronte di Buffy. << Hai presente cosa è successo a Sunnydale? >> chiese poi sempre alla ragazza.
<< Volete dire che è stato il primo a distruggerla? >> chiese Rougue, diventando improvvisamente più pallida e meno sicura di sé.
<< Ehmm…no, a dire il vero…l’ho distrutta io. >> rivelò Spike, scambiandosi un ghigno con Buffy, che sembrava aver ritrovato il controllo.
Gli amici di Riley lo guardarono spaventati e istintivamente fecero un passo indietro.
<< E’ una lunga storia…>> Giles si decise a prendere la parola. << … che non credo sia il caso di affrontare ora. Vi basti sapere che il primo demone è pericoloso, molto pericoloso. Dobbiamo piuttosto attivarci subito per smantellare la sua fabbrica di mostri. >> aggiunse decidendo che non era quello il momento per lunghe spiegazioni.
<< Ben detto Rupert. Dobbiamo convocare qui, più cacciatrici possibili. Entro domani, dobbiamo radere al suolo quel posto, prima che riescano a creare anche uno solo di quegli esseri. >> esclamò Spike, dando man forte al suo superiore.
Poi alzandosi lentamente, sempre tenendo Buffy stretta a se, si rivolse agli ex-militari. << Grazie per le informazioni che ci avete fornito. Ci saranno molto preziose. Fossi in voi direi al vostro amico di squagliarsela da lì, prima che arrivi la cavalleria. E anche voi fareste bene a trovare una nuova sede. Qui presto si verificherà un apocalisse e credetemi, in questi casi qualcuno ci rimette sempre le penne. >> il suo tono era serio e deciso, persino Riley, si trovò a tremare sotto quello sguardo di ghiaccio.
Conosceva quel….quell’uomo da tempo ormai, ma non ne aveva mai avuto paura. Una volta lo aveva persino impalettato con un paletto di gomma, ma in questo preciso momento, se non fosse stato per l’addestramento ricevuto, sarebbe scappato a gambe levate.
Non era del suo stesso avviso Rougue, che non ci stava a mettersi da parte. Forse la sua era solo incoscienza, ma non afferrava la tensione che gli altri sentivano. << Non potete lasciarci così! Ci dovete maggiori spiegazioni, dopotutto è merito dei nostri sforzi, se avete saputo che questo primo, sta creando problemi. >> disse infatti, con fare impertinente.
Spike sospirò, a quanto sembrava la piccola non voleva demordere. Scambiandosi uno sguardo con Giles, gli parlò telepaticamente. “Rupert, che ne pensi se gli diamo quello che vogliono?” gli chiese ghignando. Giles lo guardò storto, chissà cosa frullava in quella testa matta.
<< Ok, in fondo una spiegazione ve la dobbiamo. Fra un ora vi manderemo un nostro rappresentante, che vi spiegherà tutto! >> disse Spike, rivolto alla ragazza ed al gruppetto di ex soldati. Persino Robin. potè notare il lampo malandrino che brillò per un attimo negli occhi di Spike.
Quando finalmente uscirono da quel capannone, tutti gli sguardi erano su di lui. << Che hai in mente Spike? >> gli chiese Giles, dando voce ai pensieri di tutti.
<< Beh, loro vogliono una bella storiella. Noi…abbiamo qualcuno che adora raccontare le storielle…>> disse Spike, con sguardo sornione, mentre lasciava in sospeso la frase. Dopo un paio di secondi di silenzio, in cui tutti arrivavano alla stessa conclusione, vi fu una risata generale.
<< Andrew ti adorerà per questo lo sai, vero? >> ghignò Willow, che doveva continuamente sorbirsi gli elogi che il ragazzo faceva su Spike.
<< Comunque è un ottima mossa. Mentre noi, saremo impegnati a mettere su un piano di battaglia, lui almeno se ne starà fuori dai guai. >> disse più serio Giles. Quel ragazzo non era male in fondo, ma restava sempre un gran confusionario.
<< E così quelli là dentro. >> rimarcò Buffy, indicando la porta arrugginita. << Forza che aspettiamo? Andiamo a recuperare Xander e Anya dall’ospedale e poi via di corsa alla centrale. >> aggiunse sentendosi improvvisamente più viva di quanto non si sentiva da tempo (beh a parte la notte precedente, quella non era stata male, pensò).
Si rendeva conto che le mancava tutta la paura e l’eccitazione prima di affrontare un nemico. La sua vita era diventata troppo tranquilla da qualche anno. Alzando lo sguardo, incontrò quello leggermente preoccupato di suo marito. Con lei non aveva bisogno di leggere la mente, per sapere cosa provava. Lui aveva sempre visto tutto di lei, anche prima.
<< Robin, quando arriviamo in ospedale, fossi in te, sentirei se Faith ed il bambino, possono essere dimessi in anticipo. Sarebbe meglio se vi trasferiste subito a Roma. La situazione qui è troppo incasinata, mi sentirei più sicuro. >> disse Spike, rivolgendosi all’osservatore, mentre non lasciava però con lo sguardo gli occhi di sua moglie.
Conosceva quello sguardo, era lo stesso che aveva quella notte in cantina, quando gli disse che le era venuta un idea per sconfiggere il primo, o quando si erano uniti nel combattere contro l’esercito di mostri inviati dalla Wolfram e Hart. A quanto sembrava la cacciatrice si era svegliata in lei, e questo voleva dire solo una cosa, guai!
Robin invece annuì con espressione mista fra la tensione e il sollievo. Aveva già pensato da solo, ad una simile possibilità, ma era grato a Spike per avergli tolto l’incombenza di doverlo chiedere. La situazione era veramente difficile e se da una parte era felice che la moglie e il figlioletto neonato, potessero andare in un posto sicuro, dall’altra, temeva quello che sarebbe potuto succedere in città.
Ma ora non c’era tempo per simili pensieri. Arrivati all’ospedale, il gruppetto si divise. Willow, riaccompagnò Giles, Xander e Anya a Londra, e naturalmente Tara la seguì. Infatti per il momento, poteva fare ben poco nella sua nuova veste di oracolo, e poi si sarebbero di certo riuniti tutti entro breve tempo.
Spike invece aiutò Robin a far dimettere Faith ed il bambino e poi, passando velocemente da casa loro, per prendere le cose necessarie, li portò a casa sua a Roma. La ragazza che dapprima si era un po’ allarmata sentendo le novità, apprezzo molto l’ospitalità che gli veniva offerta.
Cercò persino di abbracciare e baciare Spike, per ringraziarlo, ma la presenza, stile cane mastino, di Buffy, pronta a difendere il suo territorio, la fece desistere. Sinceramente, Faith, non sapeva chi temere di più, o lei, o le manovre del primo.
Una volta che gli ospiti si furono accomodati appunto nella camera degli ospiti, Spike assieme a Buffy (questa volta aveva messo in chiaro che voleva partecipare anche lei alla riunione che si sarebbe tenuta), dopo aver salutato la figlioletta con tanti baci, si erano involati verso Los Angeles.
Dovevano infatti recuperare sia l’altro oracolo, che Angel, che data la sua posizione nel consiglio, avrebbe dovuto essere presente alla riunione. Willow, intanto, stava portando un eccitato Andrew, alla sede degli ex soldati.
Il ragazzo si sentiva importante, e gli sembrava che gli fosse stata affidata una super missione. Non sapeva che era un trucco per tenerlo fuori dai piedi, da una riunione che altrimenti sarebbe diventata caotica a causa della sua presenza. Camminava tutto impettito ed orgoglioso e quando bussò alla porta arrugginita, lo fece con una certa forza, solo per ritirare la mano tutta indolenzita. Ma questo non lo smontò neanche un po’.
Lui era il rappresentava il consiglio. Si disse tutto pimpante, e rivolse un sorriso aperto alla bella ragazza che era venuta ad aprirgli la porta.
Capitolo 11 Una volta tanto, Spike decise, che forse era meglio, apparire davanti alla porta dell’appartamento di Angel, piuttosto che piombargli in casa, e sorprenderlo…in dolce compagnia, anche perché ora c’era Buffy con lui e non voleva rischiare che potesse vedere l’ex-amato in nude look.
Va beh, che Angel, oltre ad avere le maniglie dell’amore, aveva pure due bei ciambelloni attorno ai fianchi, ma era meglio non correre questo pericolo. Così, Spike, fece il gentiluomo e suonò compitamente il campanello, e mentre aspettava che il padrone di casa venisse ad aprire, ne approfittò per fare due coccole alla sua mogliettina.
E Buffy non si tirò indietro, quando lui la prese fra le braccia, ed iniziò a mordicchiarle leggermente il collo. Anche se non era più un vampiro, quello era “uno” dei punti che sembravano maggiormente attirarlo, e nemmeno a lei dispiaceva, no, nemmeno un po’, pensava, mentre gemeva piano fra le sue braccia.
<< Ma voi due, non sapete fare altro che stare a pomiciare? >> chiese la voce leggermente irritata di Angel, che aprendo la porta, si era ritrovato davanti i due, che se ne stavano avvinghiati e sembravano essere stati incollati con l’attack.
In verità, questa volta non gli aveva dato tanto fastidio, vedere Buffy e Spike in quella situazione, forse dipendeva dal fatto, che aveva appena avuto un appassionante incontro con un certo oracolo, pensò con un ghigno, mentre si girava verso l’interno dell’appartamento per guardare ancora l’oracolo in questione.
<< No, siamo bravissimi anche a fare bambini. >> gli ghignò in risposta Spike, che staccatosi leggermente da Buffy, le carezzava la pancia appena leggermente sporgente. Buffy, che in un primo momento, avrebbe voluto dargli uno schiaffetto sulla mano, sentendosela sulla pancia, si intenerì e gli rivolse un sorriso.
<< Comunque che ci fate qui? >> chiese Angel, che dopo quanto Cordelia gli aveva raccontato, aveva capito che le cose si stavano veramente facendo difficili. Anche se doveva ammettere che in fondo ne era felice, visto che per questo motivo, Cordy era tornata nella sua vita. Come si dice, non tutto il male vien per nuocere.
<< Siamo venuti a prelevarti, orsacchiottone dolce! In sede, ci sarà fra poco una riunione urgente. >> gli rispose Spike, mentre entrava nell’appartamento, sempre tenendo stretta a sé Buffy, che salutò con una mano Cordelia.
<< E’ successo qualcosa? >> chiese Cordy, guardando seriamente la coppia.
<< Lunga storia. >> fece Spike, scrollando le spalle.
<< Con te, mai che ci sia una storia corta. >> lo rimbeccò Angel, guardandolo storto. Quando era venuto a sapere la ragione per cui, gli oracoli erano stati inviati, si era ritrovato a imprecare. Aveva spesso invidiato i poteri di Spike, ma ora si rendeva veramente conto di cosa comportassero.
Non avrebbe mai avuto una vita tranquilla. La sua particolarità, lo avrebbe sempre obbligato ad essere al centro di eventi catastrofici. Fortuna per lui, che avesse quel carattere che lo aiutava ad andare avanti, ritagliandosi in ogni momento possibile, del tempo da dedicare a se stesso e alla sua famiglia.
Lui in effetti, non sarebbe stato in grado di reggere simili situazioni, e al contempo cercare di vivere una vita normale. Improvvisamente Angel, fu veramente grato di essere diventato un normale umano, nonostante sentisse dentro di sé, ancora il desiderio di battersi contro le forze del male, per espiare in questo modo le colpe, che ancora gli pesavano sull’anima.
<< Ti spiegheremo tutto, quando saremo alla sede. Ora sbrighiamoci, gli altri ci staranno già aspettando. >> gli rispose più gentilmente Buffy, cercando di spiegargli la ragione di tanta urgenza.
<< Vieni anche tu? >> chiese stupito Angel. Da quando faceva parte del consiglio, gli era capitato, si e no, di vedere solo una volta Buffy, ad una delle riunioni, ed in quel caso vi aveva partecipato solo perché, subito dopo, Willow, voleva sottoporla a degli esami inerenti alla sua gravidanza.
<< Si….qualcosa in contrario? >> gli chiese Buffy, alzando un sopracciglio, come se si aspettasse una qualche protesta in proposito.
Angel capì, per fortuna sua, che non era il caso di intervenire, ed alzò le mani in segno di resa. << No…>> si limitò a dire, rendendosi improvvisamente conto, del perché questa volta, Buffy, fosse tanto interessata. Evidentemente era preoccupata per quanto stava succedendo, visto il particolare coinvolgimento di Spike nella suddetta situazione.
In silenzio, raccolse la giacca e prendendo per mano Cordelia, si avvicinò ai due, pronto per partire per Londra. Spike lo squadrò perplesso un attimo, non si era nemmeno girato per un secondo, verso lo specchio, per sistemarsi la capigliatura, che come al solito sembrava vittima di un tornado. “La potenza dell’amore!” pensò ghignando, mentre teletrasportava tutti nella sede del consiglio.
Quando arrivarono, la riunione era già cominciata, il grande tavolo ovale, era pieno di carte, che i vari membri studiavano confabulando tra di loro.
<< Scusate il ritardo, gente! >> disse Spike, mentre faceva un cenno di saluto ai membri più anziani, che ora sembravano scrutarlo con una leggera nota di stima in più, rispetto al passato. Gli bastò scambiarsi uno sguardo con Giles, per capire che li aveva aggiornati sui fatti accaduti. Ora lui era diventato veramente una specie di leggenda, erano pure stati mandati due oracoli, per aiutarlo.
Giles infatti si affrettò a presentare Cordelia, insistendo leggermente sul fatto che fosse il secondo oracolo. Spike comprese che il vecchio osservatore, se la stava godendo un mondo. Per una volta, nonostante la situazione difficile che stavano affrontando, Rupert, si stava godendo l’attimo, il sentirsi superiore agli anziani membri del consiglio.
Volgendo lo sguardo attorno alla tavola, vide lo sguardo eccitato di Illyria, e ne comprese anche la ragione. Finalmente era arrivata l’occasione di dare il meglio di sé. << Peaches, fatti spiegare come stanno le cose da Rupert. >> disse, sbrigativamente, rivolgendosi al ex-vampiro accanto a sé. << Io devo scambiare due paroline con Blue, Xander e Willow. >> aggiunse, mentre prendeva a dirigersi nella loro direzione e faceva cenno ai tre di volergli parlare.
Neanche un passo dopo, si rese conto che il braccio di Buffy, si era saldamente allacciato al suo, e questo lo fece un po’ innervosire, sentiva che presto sarebbe arrivata una bella discussione. Per il momento, però cercò di mantenere la calma e si rivolse per primo a Xander.
<< Senti, pirata sexy. >> ghignò, vedendo che Anya, era abbarbicata al suo braccio. << Voglio che mi fai una lista di almeno una quarantina di cacciatrici. Voglio le più esperte, sono stato chiaro? Contattale e dì loro, che devono essere pronte al massimo entro due ore. Poi dai la lista a Willow. >> aggiunse con tono più serio.
Xander annuì, sfregandosi le mani. Anche se era leggermente sorpreso che Spike, avesse preso il controllo delle operazioni, non lo diede a vedere, in fondo si fidava completamente di lui. << Ok, capo, consideralo fatto. >> esclamò dirigendosi verso un terminale lì vicino, dal quale poteva mettersi in contatto con tutto il mondo, naturalmente Anya lo seguì, borbottando che non era giusto che ci fosse una crisi, proprio quando era tornata. Se le cose continuavano di questo passo non avrebbero mai potuto fare sesso.
Il gruppetto rimasto, ridacchiò. A quanto sembrava la ex-demone ed ora angioletto, non era cambiata di una virgola. In un certo senso era bello e quasi confortante, sapere che certe cose non cambiavano mai. L’unica che come al solito non si unì alle risate, fu Illyria. La demone sembrava quasi scalpitare dall’eccitazione.
<< Senti odore di sangue in arrivo, piccola? >> le ghignò Spike, rivolgendole la parola. << Ora però fai la brava, un secondo e sono da te. >> aggiunse, girandosi verso Willow. << Rossa, tu dovrai occuparti di andare a prendere le cacciatrici, non appena Xan ti darà la lista. Intanto devi spiegare per bene a me e a Illy come dovremo muoverci nella sede dell’iniziativa. >>
Willow, annuì, e prese le copie delle planimetrie del complesso, che era riuscita a trovare, pronta per spiegare quali erano le entrate e come era disposto l’interno.
Spike si girò di nuovo verso Illyria, e le posò una mano sul braccio. Lei lo guardò interrogativamente. << Ora, Blue, ascoltami, sappiamo bene tutti e due, che tu vali più di un esercito. Ma nel luogo in cui andremo, ci saranno anche molti umani, vorrei che possibilmente, tu evitassi di ucciderli. >> la demone annuì, facendogli un raro sorriso, aveva apprezzato che Spike, avesse elogiato la sua forza. << Tu ed io, ci divideremo in due squadre, ciascuno di noi due, prenderà delle cacciatrici con sé. Dovrai comandarle e prendertene cura, capito? >> aveva intanto continuato Spike, spiegandole il suo piano.
Illyria annuì di nuovo. La cosa le piaceva. Sarebbe stato come avere di nuovo il suo esercito, solo sarebbero state ragazze, invece di una selva di demoni. Non di meno, avrebbe di nuovo provato il piacere della battaglia e del comando. In quegli anni, aveva sempre di più imparato, ad apprezzare gli umani, che dovevano la loro forza principalmente alle loro emozioni.
Lei stessa, si era scoperta a provarne di proprie, e non un pallido riflesso di quello che una volta erano stati i sentimenti e le emozioni di Fred. Si era sinceramente affezionata agli altri del gruppo, e aveva scoperto di provare persino, della tenerezza nei confronti della figlioletta di Spike e Buffy.
Quella umana in miniatura, che quando la vedeva, le correva incontro felice e saltava fra le sue braccia, senza provare un minimo di paura nei suoi confronti. Le prime volte, quando l’aveva presa in braccio, era stata solo una neonata, eppure neanche allora, si era messa a piangere, ma le aveva rivolto splendidi sorrisi, che le avevano scaldato, quel cuore ormai freddo nel petto.
Si chiese se anche il piccolo, che stava crescendo nel ventre di Buffy, le avrebbe causato le stesse sensazioni. Per un istante, invidiò la bionda cacciatrice, desiderando anche lei di poter provare, la sensazione di avere qualcosa di vivo, dentro di sé. Si riscosse quando notò che Willow, stava aprendo le planimetrie sul tavolo, e aveva preso a spiegare come avrebbero dovuto muoversi. Di nuovo tornò ad essere il demone freddo, pronto a calcolare ogni particolare dell’attacco imminente.
<< Ed io che faccio? >> chiese Buffy, prendendo di sorpresa tutti. Gli occupanti dell’intera stanza, si erano infatti girati verso di lei.
<< Beh, non vi aspetterete mica, che me ne stia da parte, vero? >> rimarcò Buffy, incrociando le braccia con fare battagliero.
Spike, sospirò. Aveva sperato di non arrivare a questo, ma come al solito, conosceva troppo bene Buffy, per non aver capito quale fossero le sue intenzioni.
<< Buffy, tu adesso aspetti un bambino, non è il caso di…>> cercò di dire Giles, sperando di farla riflettere, ma venne immediatamente interrotto.
<< Lo so benissimo, grazie! >> lo rimbeccò, infatti Buffy. << E anche se questa mattina non ho avuto le nausee, le posso assicurare, che sono perfettamente consapevole delle mie condizioni. Non ho detto che voglio combattere…non sono stupida fino a questo punto. Non combatterò, come ho detto, ma non posso rimanere qui, ad angosciarmi, senza sapere. Io voglio essere lì, quando succede. Voglio vedere e capire che succede. >> il suo tono, era talmente deciso, che nessuno ebbe la forza di opporsi.
Girandosi verso il marito, lo scrutò, per vedere se l’avesse capita. Spike sospirò di nuovo. Maledicendosi per la sua debolezza, nei suoi confronti, era inutile, quella donna lo avrebbe mandato al manicomio. << Ok, love, ma vedi di assicurarti un posto sicuro, da cui godere lo spettacolo. >> capitolò, riuscendo però a guadagnarsi un sorriso grato.
Mentre Buffy si chinava sulla cartina, tutta eccitata, per capire dove poteva appostarsi meglio, senza mettersi in pericolo, Spike si sentì afferrare il braccio da dietro. Sospirando, si girò per affrontare un Angel abbastanza arrabbiato. Oddio, adesso ci si metteva pure lui. Seguendolo in un angolo, si preparò a sopportare la sfuriata che sentiva stava per fargli.
<< Ma tu sei pazzo! >> gridò a bassa voce Angel, e Spike si chiese come diavolo ci riuscisse. << Non puoi portarti dietro Buffy. E’ troppo pericoloso, persino io me ne resterò fuori al sicuro. >> sbraitò, sempre tenendo il tono di voce basso.
<< Senti, orsacchiotto, tu ora sei umano. E’ logico che resti fuori con gli altri che non combattano. Ma Buffy è ancora una cacciatrice, i suoi riflessi e si suoi sensi la guideranno, evitandole di mettersi in pericolo. E poi, credi forse che la lascerei senza protezione? >> sbottò Spike, cercando di emulare il tono di voce di Angel, ma fallendo miseramente, visto che nella stanza più di una testa si girò, al suono della sua voce.
Visto che a lui proprio non riusciva di urlare piano, decise che era meglio parlare normalmente. << Per tua informazione, sono già d’accordo con Tara e Cordelia, ci penseranno loro a proteggere Buffy, durante l’incursione. Avevo capito da un pezzo, che voleva venire anche lei. E lo sai anche tu, che quando lei decide qualcosa, non c’è santo che la tenga. >> borbottò, cercando di spiegare le sue azioni.
Angel, aprì la bocca e poi la richiuse di scatto. Ecco era sistemato. Così, imparava ad impicciarsi in cose che non avrebbero dovuto riguardargli. Girandosi, vide che sia Cordy, che Tara annuivano sorridendo. A quanto sembrava, Spike si era veramente preparato a quella evenienza.
Visto che anche questo era stato risolto, Spike, tornò alla sua posizione vicino al tavolo, per riprendere a studiare le cartine, mentre avvolgeva con un braccio la vita di Buffy, che gli diede un veloce bacio sulla guancia. Angel invece, dovette tornare da Giles e spiegargli come erano state risolte le cose.
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L’incursione stava per cominciare, le cacciatrici si erano appostate tutto attorno al complesso, pronte a scattare al via di Willow, infatti la strega ora stava lavorando sul suo computer portatile, per disinstallare i complessi sistemi di allarme della sede dell’iniziativa, grazie sia alla sua magia, che alle password che il membro del gruppo di Riley, aveva fornito.
Dalle sue mani saettavano veloci, delle linee azzurrine che penetravano nel computer, connettendo la strega al terminale. Dietro di lei, stavano in guardia e pronte ad intervenire, se qualcosa fosse andato storto, Tara e Cordelia. Infatti se il primo era coinvolto in quella faccenda, vi era il pericolo che cercasse di prendere possesso di Willow, come già aveva fatto in passato. Era un rischio molto forte, ma tutti quanti confidavano nel fatto, che la strega avesse fatto passi da gigante nel controllare i suoi poteri e che se avesse sentito arrivare il primo, sarebbe stata in grado di fermarsi in tempo.
Quando si tirò indietro, con un sospiro di soddisfazione e stanchezza, tutti seppero che ci era riuscita. Non c’era molto tempo per le effusioni, ma Tara le lanciò uno sguardo pieno di orgoglio e affetto, sfiorandole dolcemente le spalle, prima di avviarsi con il gruppo, che attendeva di irrompere.
La base aveva due entrate, una per i dipendenti, e l’altra per il carico e lo scarico merci. Mentre Spike, seguito da una ventina di cacciatrici , compresa sua moglie e i due oracoli, entravano dalla porta principale, Illyria si scatenava con le altre cacciatrici contro la saracinesca che chiudeva il grosso portone, che in meno di dieci secondi venne ridotto ad un mucchio accartocciato di lamiere.
Intanto all’esterno gli altri si preparavano, per impedire che qualche demone o militare potesse scappare, a causa dell’inevitabile confusione della battaglia in corso. Angel, Giles, Xander ed un'altra ventina di osservatori si erano appostati in prossimità delle uscite, indossando per sicurezza giubbotti anti-proiettile, visto che i militari potevano essere armati di armi convenzionali, e impugnando armi di vario genere.
Dentro intanto era scoppiato l’inferno. I due gruppi, capeggiati da Illyria e Spike, si facevano lentamente strada verso il cuore del complesso, dove secondo le indicazioni, si trovavano i laboratori in cui venivano fatti gli esperimenti. Lungo la loro strada, si imbattevano sia in nemici umani che in demoni, che sembravano essere stati resi feroci dall’iniziativa.
Evidentemente dovevano avergli impiantato dei chip, che funzionavano in maniera molto diversa rispetto a quello che una volta aveva avuto Spike. Infatti, demoni, che fino a qualche mese prima erano stati pacifici come Clem, ora tiravano fuori tutto il loro potenziale di forza e capacità, contro quelli che riconoscevano come invasori.
Buffy si era sistemata in alto, sopra ad una specie di terrazzino, dal quale poteva vedere tutto il complesso, che si dipanava sotto. Sembrava di essere nell’inferno creato da Dante, svariati piani che scendevano come in una spirale in profondità, dando proprio la sensazione di vedere i gironi dell’inferno.
Accanto a lei, ai due fianchi, si erano sistemate Tara e Cordelia, che unendo i loro poteri, avevano creato una barriera tutta attorno a loro, per proteggere sia Buffy, che loro stesse, visto che da tutte le parti fioccavano proiettili e armi lanciate di ogni sorta.
Buffy, stringeva convulsamente il parapetto, cercando di non perdere di vista, neppure per un attimo, la bionda capigliatura di Spike. Ringraziò il cielo di avergli chiesto di continuare ad ossigenarsi i capelli, almeno questo lo rendeva facilmente individuabile.
La falce, simbolo della forza delle cacciatrici, ancora una volta veniva fatta passare dalle varie mani, infliggendo colpi, sia ai demoni che ai vari macchinari di cui il complesso era pieno, tutto in quel luogo doveva essere distrutto. Illyria come al solito combatteva a mani nude, scatenando la sua forza, in una danza selvaggia e brutale, ma non priva di controllo, visto che la demone lanciava ordini alle varie cacciatrici, mentre combatteva, ed in più di una occasione, si era mossa per salvaguardare la vita di una delle ragazze.
Non di meno sul suo volto, era dipinta una maschera animalesca di gioia. Lei era nata per questo, per combattere, per uccidere. Persino le ragazze che le erano state affidate, si sentivano percuotere da brividi, se la guardavano in viso. Ora ne comprendevano la reale potenza, e si sentivano affascinate e impaurite da tale forza, per fortuna, si dicevano tutte, Illyria stava dalla loro parte.
Ma Spike non le era da meno.
Il biondo ex-vampiro, sembrava un altro. Il suo volto era sempre lo stesso, ma privo di quell’espressione scanzonata che di solito aveva. Al contrario aveva assunto un espressione dura e decisa e comandava con polso di ferro, il gruppo che gli era stato assegnato.
Stava inoltre dimostrando di possedere una forza, pari se non superiore a quella di Illyria. Lui stesso ne era sorpreso per primo, sentiva il suo cuore battere forte, mentre la scarica di adrenalina gli correva nel sangue. Agilità, forza, sembravano essersi moltiplicate incredibilmente, da l’ultima volta che aveva combattuto sul serio.
Con un solo colpo falciava più di un nemico, che gli si parava davanti, e presto giunse davanti alle porte del laboratorio. Mettendosi in contatto mentale con Willow, iniziò a digitare frenetico il codice per aprire la porta blindata che aveva davanti. Quando finalmente si aprì, scivolando lateralmente, dietro vi trovò una decina di portatori, che immediatamente si scagliarono su di lui.
Stavano evidentemente proteggendo una porta posteriore. Spike ne scartò alcuni, lasciandoli alle cure di alcune cacciatrici che lo avevano seguito e si gettò su altri, brandendo la spada. In poco meno di un minuto, se ne liberò, giungendo davanti alla porta incriminata.
Sbirciando dalla finestrella, imprecò sottovoce. All’interno di quella che era certamente una camera asettica, vi erano disposte una decina di lettini, e su ognuno, era ben visibile la forma ben familiare di tanti Adam. Alcuni scienziati, se ne stavano impauriti e rannicchiati sul fondo della parete opposta.
<< Forza ragazze! E’ ora della lezione di patologia, ci sono tanti bei corpicini da sezionare. >> era la sua prima battuta, nell’ultima mezzora, ma questo stranamente diede la carica alle cacciatrici, che si avventarono all’interno della stanza e presero a distruggere in tutti i modi possibili e immaginabili i corpi ancora incoscienti, che erano disposti sulle lettighe.
Tutto sembrava essere finito, i nemici erano stati assoggettati od uccisi, la minaccia di Adam era stata scongiurata. Eppure Spike, risalendo lentamente quei gironi infernali, sentiva che c’era qualcosa che non tornava. Sentiva che gli era sfuggito un particolare.
Un paio di istanti dopo, il suo cuore mancò un battito.
Aveva alzato la testa, per salutare Buffy, che si sporgeva leggermente dalla balaustra, quando…
Dietro di lei aveva visto spuntare il ghigno malefico di un altro Adam.
Maledizione, ecco cosa gli era sfuggito, uno dei letti della camera era vuoto.
Tara e Cordelia, credendo che tutto fosse finito, avevano abbassato la guardia e la barriera. Adam si avventò prima su di loro, scaraventandole a terra, contemporaneamente, per poi gettarsi su Buffy, che cercando di evitarlo, si ritrovò a perdere l’equilibrio e cadere oltre la balaustra.
Con l’istinto che le era proprio, riuscì ad attaccarsi con una mano alla base del terrazzo, ma comprese subito che sarebbe servito a bene poco, infatti pochi istanti dopo, il piede massiccio di Adam, si era posato premendo sulla sua mano, facendola gemere di dolore.
La mano non resse a quella doppia forza che le veniva imposta, quella di gravità e lo schiacciamento. Con un urlo si sentì cadere, aspettandosi di sfracellarsi sul pavimento inferiore, mentre dall’alto si alzava una risata malefica.
Quanto è lungo un istante? Quante cose possono passarti per la mente? Lei ci era già passata due volte, due volte era morta, nondimeno si ritrovò ancora a pensare a miliardi di cose a cui non aveva mai pensato prima. Il suo uomo, sua figlia, il piccolo dentro di sé che non avrebbe conosciuto la vita.
Ed un istante dopo tutto finì.
Due mani.
Due mani calde e familiari l’avevano afferrata.
Due mani calde e familiari ora la stringevano a sé, contro un torace in cui batteva forsennato un cuore.
Buffy, si afferrò stretta al collo di Spike, singhiozzando come una bambina, mentre ancora, non si rendeva conto di cosa fosse successo. Aveva pensato che per lei ormai fosse finita, invece…cosa era successo?
Neppure Spike avrebbe saputo dirlo, un istante prima, aveva visto Buffy cadere e precipitare, e l’istante dopo si era sentito afferrarla. Guardandosi attorno, si rese conto di essere sospeso a mezz’aria. Dopo qualche istante di perplessità, si gettò uno sguardo alle spalle. No, non c’erano ali che lo sostenessero, o almeno lui non le vedeva.
Ma allora come diavolo?
Non vi fu tempo di pensare altro, il grido di rabbia di Adam, che si era visto portare via la sua preda, lo riscosse. Ora doveva scendere, ma come? Nel mentre stesso che lo pensava, prese a scendere lentamente, posandosi poi, pochi istanti dopo dolcemente al suolo.
Avrebbe voluto rimanere lì, abbracciato a Buffy, dopo essersi assicurato che non avesse ferite gravi, ma non poteva, quel mostro si stava lanciando contro delle cacciatrici, quindi la cedette dolcemente fra le braccia di Illyria, poco distante, ordinandole mentalmente di proteggerla.
Un istante dopo era di nuovo al piano superiore, in posizione di attacco e pronto a combattere il nemico.
<< Vedo che hai fatto dei progressi, numero 17. >> disse Adam, avventandosi su di lui, che velocemente lo schivò.
<< Oh, non ne hai idea! >> gli rispose Spike, mentre gli assestava un colpo alla schiena. << Tanto per cominciare non sono più il numero 17. >> aggiunse colpendolo poi con un diretto al mento, deformandogli leggermente i lineamenti.
Adam, barcollò all’indietro, ma si riprese, tirando fuori un pungiglione dal braccio destro. Era più corto di quello che aveva avuto un tempo, ma non per questo sembrava meno letale. Prese a vibrare colpi, fendendo l’aria e cercando di colpire Spike che puntualmente evitava.
<< Tu pensi di averci fermato, ma ti sbagli. >> gridò Adam, mentre cadeva all’indietro a causa di uno sgambetto da parte di Spike, che gli saltò addosso e prese a stringergli il collo, cercando di spezzarlo. << Noi risorgeremo…siamo in molti, più di quanti immagini, siamo dislocati in tutto il mondo. Non potrai fermarci tutti, non… >> cercò ancora di dire, mentre con un ultimo tentativo, infilzava con il pungiglione la spalla di Spike.
Ignorando il dolore acuto che lo attraversò, Spike strinse ancora di più la presa attorno al collo del demone, e pochi istanti dopo, si udì un sonoro schiocco, ed Adam rimase a terra immobile. Rialzandosi e tenendosi la spalla ferita con una mano, Spike raccolse da terra la spada che gli era caduta e vibrò un forte colpo, tagliando di netto la testa del demone, dicendo: << Beh, intanto ho sistemato te. >>
Tirandosi indietro barcollando, ricadde a sedere, sempre tenendosi stretta la spalla, la ferita gli bruciava come l’inferno. Pochi istanti dopo, Tara e Cordelia, gli si avvicinarono, prendendo ad esaminare la ferita. E nemmeno un minuto più tardi, Buffy si gettava fra le sue braccia, per controllare lei stessa l’entità del danno.
<< Spike, come stai? Che ti è successo? >> gli chiese preoccupata.
Spike si sentiva girare la testa, ma si fece forza e cercò di rivolgere un sorriso a sua moglie, per rassicurarla. << Tranquilla, love. Sto bene, niente di grave. >> sussurrò con il fiato mozzo, mentre con il braccio sano, cercava di aiutarsi a mettersi in piedi.
Dall’entrata principale, arrivarono correndo Giles, Xander, Angel e Willow. Vedendo Spike ferito, chiesero subito cosa fosse successo. Fu Tara a rispondere loro. << E’ stato colpito con il pungiglione di Adam. >> disse indicando il corpo privo di testa a terra.
Willow, si chinò per esaminare il pungiglione. << Ehi ma questo lo conosco. Il pungiglione è dello stesso tipo, che quella volta un demone glarghk guhl kashmas’nik, aveva usato per colpire Buffy, ricordate? >> disse staccando il pungiglione con attenzione, mostrandolo agli altri.
<< Oh! >> fece Xander, che in fondo, a parte Buffy e Spike, era il solo che era stato presente quella volta. << Come diavolo fai a pronunciarlo? >>.
<< Fantastico! Volete dire che sto per dare di matto, come Buffy? >> chiese ironicamente, Spike, guadagnandosi uno sguardo infuriato da parte della sua mogliettina. Buffy era ancora molto preoccupata, ma doveva ammettere che sentire Spike che faceva le battute la risollevava leggermente.
<< Willow, tu sei in grado di fare l’antidoto, no? >> chiese rivolgendosi all’amica che annuì.
<< Non sarà necessario. >> disse invece Cordelia, prendendo tutti di sorpresa. << L’organismo di Spike è particolare. In questo stesso momento, sta già immunizzandosi dal veleno. >> spiegò tranquillamente, e facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti.
<< Ok! Allora forse è meglio se torniamo a casa e medichiamo i feriti. Gli altri rimarranno qui a sistemare questo macello. >> esclamò Buffy sorreggendo premurosamente Spike, che invece le stava guardando la mano che si era ferita, e lui aveva curato. Tutti annuirono, mentre i due, si abbracciavano.
Per poco avevano temuto di essersi persi a vicenda, ed ora che il pericolo era passato, sentivano tutte le emozioni che li avevano attraversati, riversarsi di nuovo su di loro. Erano ancora entrambi vivi, ed erano insieme, questo li faceva sentire uniti come non mai, distaccandoli dal resto del mondo.
Ma come al solito, giunse la voce guastafeste di Giles, ad interrompere il loro breve interludio. << Ma siamo sicuri che quel veleno non gli procurerà degli effetti collaterali? >> chiese infatti, con fare preoccupato.
Buffy si girò verso gli oracoli, preoccupata, mentre stringeva più forte a sé Spike. Cordelia scosse la testa. << Niente di serio, potrebbe solo avere qualche problema, a controllare i suoi poteri. E’ meglio se nelle prossime ore, si astiene dall’usarli. >> rispose calma, facendo un sorriso rassicurante a Buffy, che tirò un sospiro di sollievo.
<< Vuoi dire che se uso il teletrasporto, rischio di finire un'altra volta nella fontana di Trevi? >> ghignò Spike, che già si sentiva meglio. Cordy, annuì << O peggio…>> ridacchiò, cercando di alleggerire la situazione. In effetti, il rischio che Spike si potesse perdere in qualche dimensione, non era da scartare.
<< Bloody Hell! Allora forse sarà meglio che mi astenga. >> disse Spike che le aveva letto nella mente. << Sinceramente non ci tengo a farmi un bagno…>> aggiunse ridacchiando, mentre una immagine prendeva corpo nella sua mente. << …una volta tanto mi piacerebbe che fosse Angel a….>> stava ancora dicendo, quando improvvisamente si interruppe.
Angel, che fino ad un istante prima era davanti a lui, era improvvisamente scomparso.
Tutti fecero un salto spaventati. Ed ora che succedeva?
Cordelia, guardando Spike, fece un sospiro di rassegnazione e abbassò la testa , senza far vedere se era abbattuta o stesse in realtà ridendo. << Vado a recuperarlo. >> disse scomparendo a sua volta.
Tutti guardarono verso Spike, che cercò di assumere l’aspetto più innocente che poteva. Come a dire, ma io che ne so?
Un paio di istanti dopo, Cordelia riappariva, con un Angel bagnato fino al midollo, che atterrò di culo davanti a loro. Fu evidente a tutti cosa fosse successo, Spike, senza volere, aveva mandato Angel nella suddetta fontana, e Cordelia doveva averlo riacchiappato proprio nel momento in cui l’ex-vampiro stava scivolando nell’acqua della vasca.
<< Etchuuu!!!! >> starnutì Angel, mentre cercando di togliersi l’acqua dal volto, gettava uno sguardo di fuoco verso il suo ex-gran childe. << Maledizione Spike! Questa me la paghi. >>. La risata che si sollevò, però gli tolse quel poco di baldanza che si sentiva.
Era ora di tornare a casa.
Capitolo 12Il ritorno a casa era stato piuttosto confusionario e caotico, visto che Spike non poteva usare il teletrasporto, di conseguenza se ne erano dovute occupare gli oracoli e Willow. Considerando il fatto che si doveva anche discutere di quanto era successo, Giles, Xander, Anya, Illyria ed Angel (ancora fradicio), avevano deciso di seguire Spike e Buffy e fare una piccola riunione casalinga, prima di presentare rapporto alla riunione ufficiale del consiglio.
Approfittando del fatto, che Spike doveva prima essere medicato e Angel rivestito con qualcosa di asciutto, Willow, Tara e Cordelia, si stavano dando da fare nel frattempo per riportare ai loro luoghi di appartenenza le cacciatrici e i relativi osservatori.
Quando finalmente il gruppetto si riunì nel soggiorno, erano tutti un po’ esausti, sia dalla battaglia che da quello che ne era succeduto. Angel continuava inoltre a starnutire a tutto spiano, nonostante la doccia calda e i vestiti rimediati da Xander, ed ora sfoggiava la classica camicia hawaiana, ed i bermuda , che lasciavano ben vedere le gambe pelose.
Inutile dire che Spike ghignava a tutto spiano, ogni volta che lo sguardo si posava su di lui. Non solo anche Angel si era fatto un bel bagno nella fontana di Trevi, ma ora anche lui era stato costretto ad indossare i vestiti pazzeschi di Xander. Il quale intanto, si godeva il momento, dato che entrambi gli ex-vampiri, erano stati , e nel caso di Angel lo era in questo momento, decisamente ridicoli.
<< Non c’è niente da fare ragazzi, non avete il fisico! >> esclamò ridacchiando, e additando verso Angel, con Spike che gli faceva da coro nelle risate, ma non era il solo.
Un po’ tutti infatti, non riuscivano a trattenersi dal ridere in faccia al poveretto, persino Buffy, che si era ripresa un po’ dalla paura, non riuscì a trattenere una risatina. Angel, sembrava essere sul punto di esplodere, e solo il fatto che Cordelia si fosse messa accanto a lui e lo blandiva dolcemente ( mentre nascondeva le risate che si faceva internamente ) riusciva a placarlo un pochino.
<< Vorrei vedere te, conciato così! >> sbottò però all’ennesima risata di Spike.
E giù di nuovo risate, quando Xander raccontò che anche Spike, aveva dovuto fare quella umiliante esperienza. A quel punto Angel non sapeva più che dire, se non guardare con odio il gruppetto che rideva, ma soprattutto Spike, che era quello che si divertiva di più.
<< Ma Robin, non aveva niente da prestarmi? >> mugolò all’indirizzo dell’osservatore, che se ne stava seduto poco distante, con Faith ed il bambino in braccio. Il piccolo nonostante la confusione, continuava a dormire placidamente.
<< Oh, via! Andiamo, peaches! >> esclamò Spike sempre ridendo, mentre si asciugava una lacrima. << In fondo non stai così male. >> aggiunse proprio a presa in giro. << Anche se ammetto, che sarebbe stato più divertente, vederti vestito come Rita Hayworth, in Gil…>> ultime parole famose.
In quello stesso istante, con una specie di schiocco, Angel, davanti agli occhi di tutti, si ritrovò vestito e pettinato proprio come Spike stava dicendo. Un lungo abito nero di raso, fasciava la sua figura massiccia, partendo dallo scollo generoso, che però non mostrava gran ché (che volete farci a tette stava a zero), scendendo fino ai piedi, e mostrando uno spacco dal quale le gambe, ancora pelose, spuntavano. I piedi stretti in un paio di scarpe da sera di pelle nera dal tacco vertiginoso. Alle braccia due lunghi guanti anch’essi di raso nero.
Ma il pezzo forte erano i capelli, che ora Angel si ritrovava lunghi e ondulati di un bel rosso fiammante. Così come rosse fiammanti erano le sue labbra coperte dal rossetto, non mancavano nemmeno, lunghissime ciglia finte, che facevano risaltare i grandi occhioni neri.
Tutti rimasero a bocca aperta a quella visione allucinate.
<< …da. >> senza volere Spike finì con molto ritardo la frase che stava dicendo, rimanendo lui stesso a bocca aperta a fissare l’amico conciato in quel modo. Poi lentamente, un ghigno gli si formò sulle labbra, questa cosa che come apriva bocca combinava qualcosa, si stava rivelando divertente.
<< SPIKE!!! >> tuonò Angel, rendendosi conto di come era conciato. Avrebbe voluto potergli saltare addosso infuriato, ma il precario equilibrio che si ritrovò mettendosi in piedi, lo fece ricadere di schianto sul divano. Inoltre se prima le risatine erano state velate, adesso erano scoppiate sonoramente.
Facendo il broncio con i rossi labbroni, Angel guardò disperato verso Cordelia, sperando che almeno lei non stesse ridendo o che anche se lo stava facendo, potesse in qualche modo risolvere la situazione. Niente da fare, era piegata in due dalle risate, stringendosi la pancia con una mano.
<< Che bello, zio Angel! >> trillò Jo-Ann, che stava tornado dal bagno con Dawn, che l’aveva accompagnata, vedendo l’uomo ridotto in quello stato. << Vai ad una festa mascherata? Mi ci porti anche a me? Vado a mettermi il mio vestito da fatina. >> tubò verso lo zio speranzosa.
Dawn invece era rimasta letteralmente scioccata a quella visione e si era bloccata a bocca aperta. Riscotendosi, quando l’uscita della piccola, aveva sollevato nuove ululati di risate, si volse verso la sorella per avere delle spiegazioni, ma Buffy aveva accolto la figlioletta fra le braccia e stava cercando di spiegarle ( fra mezzo alle risate) che lo zio non andava a nessuna festa.
<< Uffa non è giusto! >> esclamò la piccola facendo il broncio, e guardando affascinata, ma scettica, lo zio. << Se non vai ad una festa, allora perché ti sei vestito così bello? >> aggiunse, facendogli un sorriso.
Se da una parte, Angel, si sentì gratificato dall’opinione della piccola, dall’altra guardò storto verso gli altri che erano di nuovo scoppiati in una risata corale a quelle parole. Solo il dolce sguardo di Jo-Ann lo trattenne dal dare in escandescenze. Ma non resistette a lungo, quando con uno starnuto, si ritrovò la massa di capelli rossi, sul viso ed in bocca.
<< Adesso basta! >> tuonò ancora, sputacchiando e soffiandosi il naso che avviava a diventare rosso, come le labbra. << Per favore che qualcuno faccia qualcosa. Voglio tornare normale. >> quasi piagnucolò, sentendosi decisamente depresso.
<< Mi spiace, tesoro, ma non posso aiutarti in questo. >> gli rispose Cordelia, cercando di assumere un tono gentile e dolce, mentre si asciugava gli occhi e cercava di trattenere la risata, che ancora le faceva tremare le labbra. << Solo Spike, è in grado di farti tornare come prima, ma non credo che sia il caso, che provi adesso. Potresti ritrovarti in condizioni peggiori. >> aggiunse cercando di spiegare.
Angel gemette. “Peggio di così?” pensò spaventato, mentre si accasciava contro lo schienale del divano e chiudeva gli occhi. Un bacio gentile sulla guancia lo rasserenò un pochino. << Per me, così sei bellissimo zio. >> cinguettò accanto a lui la voce di Jo-Ann, facendogli aprire gli occhi di scatto. Per un attimo aveva pensato che fosse Cordy a baciarlo, invece…
Fissando la bimba, che si stava mettendo fra le sue braccia e gli lisciava i lunghi capelli, si ritrovò a sorridere intenerito. Adorava quel batuffoletto, anche se era figlia di quel rompiscatole di Spike. Scambiando un occhiata con lui, vide però, che il nemico-amico, stava sorridendo con approvazione, forse era stato proprio lui a mandargliela. Tipico di Spike, combinare casini e poi fregarti con il sentimento.
<< Ok! Allora sentiamo…fra quanto potrò tornare normale? >> chiese con rassegnazione.
<< Beh, dipende…>> rispose Cordy, con fare pensoso. << …i poteri di Spike sono particolari e attualmente in evoluzione. >> aggiunse cercando di spiegare, ma rendendosi conto che tutti quanti la guardavano confusi.
Fu la voce calma di Tara, a rendere il tutto più comprensibile. << Voi sapete che siamo qui, proprio per insegnare a Spike come utilizzare al massimo i suoi poteri. Nemmeno noi ne conosciamo l’esatta portata, quindi è difficile da stabilire quanto, il veleno di quel demone, rimarrà nel suo organismo. Oggi avete potuto vedere che stanno aumentando. >> rivelò tranquillamente.
<< Intendi quando, si è sollevato da terra per prendermi al volo? >> chiese Buffy, arrivando al punto della questione. Giles, aguzzò le orecchie, questa cosa interessava molto anche a lui.
Tara annuì, rispondendo e riprendendo il discorso. << Sì, esattamente! E anche quello che è appena successo ad Angel, è frutto di una combinazione di vari poteri che lui possiede. Prima riusciva a manipolare la materia, toccandola, guariva ferite, aggiustava oggetti…ora può farlo con la forza della mente. Peccato che in questo momento però gli manchi il controllo, e inevitabilmente, quando pensa a qualcosa, questa si avvera, come se fosse un desiderio. >> continuò a spiegare.
<< Ehi, allora siamo colleghi! >> esclamò Anya, tutta eccitata. Guadagnandosi però delle occhiatacce dagli altri.
<< Interessante….ma questo non risolve il mio problema. >> mugolò Angel, che sperava in una risposta più chiara al suo problema.
<< Tranquillo…visto il continuo aumentare delle sue capacità, forse fra meno di un paio di ore, si dovrebbe risolvere tutto. >> disse Cordelia, cercando di tirarlo su.
Un paio di ore.
Un eternità, visto come si sentiva ridicolo in quelle condizioni. E maledizione, le scarpe gli stavano facendo un gran male.
<< Zio ti posso pettinare? >> gli stava intanto dicendo Jo-Ann, con fare innocente.
Sospirando rassegnato, Angel, annuì. Tanto valeva godersi la compagnia della piccola, almeno era l’unica che non lo prendeva in giro. Alzandosi stentatamente e barcollando sui tacchi alti, prese in braccio la bambina e si diresse verso la sua cameretta, lì almeno non ci sarebbe stato nessuno a ridere di lui.
<< Visto che ci sei, fatti anche la ceretta, oltre alla messa in piega! >> gli gridò dietro Xander, ridacchiando alla vista delle gambe pelose.
Anche se non era più un vampiro, tutti giurarono di aver sentito Angel ringhiare. Quando scomparve dalla loro vista, si lasciarono andare tutti ad una risata liberatoria. Quella giornata era stata massacrante e l’intermezzo che Angel aveva fornito loro, li aveva sollevati dall’affrontare problemi più seri, concedendo uno spazio di pace in quella situazione difficile.
<< Oddio mi sono scordata di Andrew! >> esclamò, di botto Willow, battendosi una mano sulla testa.
<< Già lo abbiamo lasciato al covo dei soldatini. >> ghignò Spike. << Probabilmente, adesso starà raccontando anche a loro, il signore degli anelli, chissà magari a quella checca di Riley, gli piace. >> aggiunse aggiudicandosi uno sguardo confuso da parte di Buffy. << Sai guerre…il dominio del mondo…tutta roba che i militari, ci vanno a nozze. >> ghignò ancora.
Willow, scattò invece in piedi. << Secondo me, invece, lo hanno legato ed imbavagliato per farlo stare zitto. E’ meglio che vada a recuperarlo. >> esclamò leggermente, ma solo leggermente preoccupata.
<< Aspetta. >> la fermò Spike, con un gesto della mano. << Prova prima a chiamarlo al cellulare, se ti risponde vuol dire che va tutto bene. Preferirei non averlo qui…almeno per un altro po’. Ci sono cose serie di cui parlare. >> disse con voce più seria.
Willow, annuì, in effetti non era una cattiva idea. Prendendo il cellulare dalla tasca della giacca, digitò velocemente il numero di Andrew, ed attese che rispondesse
<< Pronto? >> rispose infatti, tutto pimpante il ragazzo.
<< Andrew, va tutto bene? >> chiese Willow, che non credeva alle sue orecchie.
<< Oh si! Va tutto bene. Stavo giusto finendo di raccontare di come Spike, avesse ucciso il drago a Los Angeles. >> rispose Andrew, con un tono eccitato, che fece subito capire a Willow, che anche se il ragazzo non aveva preso parte alla battaglia, molto probabilmente si stava dando delle arie con gli ex-militari.
Sospirando la strega, si disse che se non c’erano problemi, tanto valeva lasciarlo lì, anche se di sicuro ne avrebbe raccontate di balle, che poi in seguito sarebbero dovute essere svelate. << Senti…ti dispiace se vengo a prenderti fra un paio d’ore? >> gli chiese sperando che non facesse obbiezioni.
<< Oh, no…nessun problema…anzi, almeno li aggiorno sul consiglio e su i suoi componenti. >> rispose gasato Andrew, che si stava proprio gustando il suo momento di notorietà.
Richiudendo il telefonino, Willow, guardò verso gli altri, scuotendo la testa. << Non chiedetemi perché, ma non lo hanno ancora ucciso. >> disse in tono serio, che si scontrava con le sopracciglia che si alzavano e abbassavano comicamente.
<< Bene! >> esclamò Spike, facendosi veramente serio. << Perché mi sa, che avremo ancora bisogno di quei ragazzi. >> aggiunse stringendo Buffy a sé, come a trarne conforto.
<< Che intendi Spike? >> gli chiese Giles, guardandolo preoccupato.
<< L’Adam con cui mi sono scontrato…prima di morire ha detto una cosa… >> borbottò Spike, cercando di trovare le parole giuste, per mettere gli altri al corrente di quello che aveva saputo. << Lui ha detto, che noi non saremmo riusciti a distruggerli tutti, e che erano dislocati per tutto il pianeta. Capite cosa significa questo, vero? >> il tono adesso era mortalmente serio.
<< Altre basi! >> esclamò Buffy, tremando fra le braccia del marito, felice di sentirle attorno a sé, dovendo affrontare quella difficile realtà. Scambiando uno sguardo con Faith, vide che anche lei si stava stringendo al suo uomo, guardando preoccupata al figlioletto. Spike annuì.
<< Probabilmente l’iniziativa ha varie basi sparse un po’ ovunque…e a quanto sembra, ormai sono tutte sotto il controllo del primo. Dobbiamo trovarle e solo il gruppo della checca può aiutarci a individuarle e distruggerle. Altrimenti questa volta la battaglia finale, potrebbe risultare più difficile di quanto pensassimo. >> Spike strinse i denti, dicendo queste parole. Odiava dover dare brutte notizie.
Faith gemette, mentre le lacrime iniziavano a riempirle gli occhi. Non era giusto. Finalmente nella sua vita aveva trovato la stabilità che aveva sempre desiderato. Aveva un marito che l’amava e si prendeva cura di lei, e aveva appena avuto un figlio. Che destino attendeva il suo povero bambino?
Mentre con una mano, Spike teneva Buffy stretta a sé, allungò l’altra verso la mora cacciatrice, battendole piano sulle spalle, come per rassicurarla. Una volta tanto, nemmeno Buffy fu gelosa di questa dimostrazione di affetto. << Ehi! Su con il morale pupa! Non permetterò a nessuno, di fare male al piccolo William…promesso! >> esclamò poi Spike con voce dolce.
Buffy, annuì vigorosamente cercando di dare un sorriso sicuro a Faith. << Spike, mantiene sempre le promesse. >> disse con voce tremante, mentre guardava intensamente gli occhi azzurri del marito, cercando lei stessa in quelle meravigliose profondità, le rassicurazioni di cui aveva bisogno.
Faith, si tirò su, e guardò affascinata il modo in cui quei due si appoggiavano l’una all’altro, sicuri che insieme avrebbero superato ogni cosa si fosse messa sulla loro strada. Forse anche lei, doveva imparare ad avere maggiore fiducia, tanto per cominciare in loro, e poi nell’uomo che aveva sposato.
Ma non era soltanto lei, che si sentì avvolgere dal calore che emanava dalla coppia, anche gli altri, lo avvertirono e si strinsero anche loro ai loro partners. Cordelia, trovandosi sola, decise che era il caso di raggiungere Angel, anche lei aveva bisogno di provare quel contatto.
Entrando però nella cameretta, per poco non scoppiò di nuovo a ridere. Jo-Ann, stava mettendo i bigodini ad Angel, e lui se ne stava fermo a passarle le mollette, chiaccherando serenamente con la piccola. Passato il veloce momento di ilarità, Cordy si sentì sciogliere a quella scena. Angel era fatto per essere padre, peccato che con Connor, non avesse potuto farlo appieno. Ma chissà, forse…in un futuro…un altro bambino sarebbe potuto arrivare.
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Andrew, si stava lanciando ancora in uno dei suoi monologhi, su le varie peripezie (inventate) che aveva affrontato negli ultimi cinque anni, da quando era nel consiglio degli osservatori, incurante dello sguardo vacuo che ormai avevano assunto i suoi ascoltatori. I poveretti erano entrati in coma da un bel pezzo.
Quando il telefonino era squillato avevano sperato che quella tortura fosse finita, ma invece avevano scoperto con loro angoscia che non era così, ed adesso si erano completamente afflosciati sul tavolo da ping-pong, totalmente privi di forze.
Andrew, notò però, che almeno un ascoltatore, sembrava essere decisamente interessato a lui.
Riley, da una decina di minuti, aveva preso a fissarlo affascinato, e talvolta, quando il ragazzo volgeva lo sguardo su di lui, sbatteva languidamente gli occhi, sorridendogli sensualmente. La cosa all’inizio non gli aveva dato fastidio, ma adesso Andrew, cominciava a preoccuparsi.
Insomma, vedere quell’uomo grande e grosso, che si comportava, come se avesse davanti la donna dei suoi sogni, era inquietante. Forse era meglio se tagliava corto e raccontava solo i fatti essenziali. Anche se, doveva ammetterlo, vedere Riley che lo applaudiva, di tanto in tanto, non era male.
Sperava solo, di non aver interpretato male i segnali che riceveva. Forse era tutta una tattica per avvicinarlo e metterlo a tacere, prendendolo di sorpresa. E poi era carino quando sorrideva. Andrew, sapeva che Riley un tempo era stato il ragazzo di Buffy, e si chiese perché fra di loro non avesse funzionato.
Sentendosi fare piedino da sotto il tavolo, sobbalzò, quando alzando lo sguardo, vide un chiaro tentativo di abbordaggio, nello sguardo di Riley, oltre che al suo sorriso ammiccante. Oddio, ci stava provando veramente con lui.
Frugandosi velocemente in tasca, agguantò il telefonino volendosi mettere subito in contatto con Willow, qui le cose si stavano mettendo in un modo che non gli piaceva per niente.
<< Scusate…mi sono ricordato di una cosa urgente…faccio una telefonata e sono di nuovo da voi. >> disse allontanandosi di alcuni passi.
Quando Willow, rispose, sussurrò disperato. << Willow…forse è meglio se vieni subito a prendermi…>> mentre lanciava uno sguardo verso l’ex-militare e sentendo un brivido lungo la spina dorsale, quando ricevette un sorriso in risposta.
<< Che succede? Ti vogliono legare ed imbavagliare? >> chiese la strega con fare annoiato.
<< E’ più probabile che mi vogliano…cioè mi voglia violentare…>> sussurrò ancora più disperato Andrew.
<< Cosa?!? >> chiese Willow, allontanando il telefonino dall’orecchio per guardarlo confusa.
<< Ti prego…vieni subito! >> sussurrò ancora Andrew, richiudendo il telefonino e cercando di assumere un tono normale.
Tornando verso il tavolo, sperò che Willow arrivasse quanto prima. La situazione si stava facendo scottante. Riley aveva ripreso a sbattergli le palpebre, facendogli gli occhioni dolci. Era veramente nei guai.
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<< Chi era al telefono? >> chiese Tara alla compagna, appena ritrovata, sorridendole con quel suo tipico modo gentile.
Willow che ancora stringeva in mano il telefonino e lo guardava come se fosse stato un alieno, scosse la testa per schiarirsela, prima di rispondere. << Era Andrew, mi ha chiesto di andare a recuperarlo…>> fece una pausa, fissando lo sguardo su Spike, per poi scuotere ancora la testa, possibile…no, che andava a pensare, a meno che.... << …sembrava che avesse paura, che qualcuno lo potesse violentare! >> disse ad alta voce, senza distogliere un attimo lo sguardo dal platinato.
<< Uh…cosa? >> chiese basito Spike, che non si capacitava né di quello che Willow aveva detto e nemmeno del perché lo stesse guardando così sospettosa.
<< Violentare? >> chiese invece Giles, che al pari di Willow si mise a fissare il biondo. Anche se lo show che aveva creato loro poco prima, era stato divertente, (non lo avrebbe mai ammesso, ma vedere Angel conciato in quel modo, era stata la cosa più divertente che avesse mai visto da troppo, tanto, tempo) sentire quella parola, aveva fatto scattare anche a lui una lucina. Qui Spike ci cova, insomma.
<< E ora che ho fatto? >> chiese invece Spike, facendo un espressione innocente come un bambino.
Inutile dire che nessuno nella stanza ci cascò, era palese che fosse accaduto qualcosa, anche se non avevano capito bene cosa, e che naturalmente il responsabile, fosse proprio lui. Scuotendo la testa, Giles ridacchiò di nascosto, prima di rivolgersi alla strega. << Forse, sarà meglio che andiamo a vedere che succede. Almeno ne approfitto per chiedere se hanno informazioni su altre basi. >> disse schiarendosi la voce e cercando di assumere un tono serio.
Willow, annuì verso di lui, prima di rivolgersi a Tara. << Vieni con noi, vero? >> le chiese speranzosa. Non erano passate neanche ventiquattro ore, da quando era tornata nella sua vita, ed esclusa quella breve ora durante l’attacco, non si erano separata da lei nemmeno un attimo. La sola idea di non sentirla vicina, dopo averla ritrovata, le era intollerabile.
Tara, in un primo momento, stava per scuotere la testa negativamente, seppur chiaramente dispiaciuta. Il suo compito, in quanto Oracolo, era adesso, di rimanere accanto a Spike. Ma scambiando un occhiata con il biondo, modificò la sua espressione e stirando le labbra in un dolce sorriso, annuì, facendo tirare un sospiro di sollievo a Willow, che fino al quel momento aveva trattenuto il respiro.
Girandosi lei stessa verso Spike, gli fece un sorriso grato. Non era stata necessaria la telepatia, per capire che era stato lui a convincere Tara a seguirla.
Spike le rispose con un ghigno. << Di nulla rossa, tanto per ora non posso in alcun modo allenarmi…o qualunque altra cosa, queste due hanno in mente di farmi fare. >> e così dicendo alzò comicamente le sopracciglia. Buffy, gli tirò un affettuoso colpetto alla spalla, per sgridarlo semiseria, e per sua fortuna, gli colpì la spalla buona. Non di meno, Spike fece una finta smorfia di dolore. << Ouch…>>
Ridacchiando, Willow, prese a braccetto Giles da una parte e Tara dall’altra, e si smaterializzò, abbandonando la casa, sentendosi l’animo leggero, come non provava più da tempo. L’apocalisse che incombeva, non le faceva più paura. Qualunque cosa stessero per affrontare, sentiva istintivamente che l’avrebbero superata.
Non era più da sola.
Tara era vicino a lei.
Di nuovo.
E se fosse dipeso da lei, per sempre.
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Oddio mi sono riletta la scena con Angel versione Gilda, ma come diavolo me la sono inventata?