Rieccoci!
Eh già, siamo state più veloci di quel che pensavamo, pare che questa storia si stia scrivendo da sola.. almeno per ora eh, eh !
Mari ed io siamo commosse dal vostro entusiasmo
, non possiamo che ringraziarvi una ad una:
Linda, , felicissime che ti piaccia fin qui e che trovi i discorsi adeguati allo show, speriamo continui ad essere così. E sulla scrivania scopri qualcosina di più ora.. ma secondo te.. di chi mai poteva essere?
Princes, sei gentilissima, felicissime che ti piaccia il rapporto fra Buffy e Joyce, ma sulla ghignata non diciamo nulla ihiih..
Tizzyy, sorellina mia, mi commuovi con le tue parole! Felicissime che ti piaccia Joyce, qui avrà un ruolo abbastanza importante.. beh, mica potevo dirti tutto sulla storia ( anche perché pure io e Mari la stiamo scoprendo poco a poco ) ti pare?
Notte, che bello, ci sei anche tu! Come ho detto a Linda , siamo felici che ti piacciano i discorsi, e suoi tuoi dubbi.. anche se non mi hai detto che pensi, chissà perché ho la sensazione che ci hai preso in pieno!
Flo, tesorina!! La cosa buffa è che nemmeno io ho la più pallida idea di che film si tratti ah, ah!
Di mio sono felicissima che ti piaccia pure questa, e anche Mari ti ringrazia tanto!
Sirabellaaaa, rieccoti qui, che gioia!!
Sei carinissima, e non ti preoccupare per l’altra.. tanto per la cronaca.. io pure devo ancora finirla eh, eh! Felicissime che ti piaccia l’idea!!
E ora si prosegue, è un capitolo piuttosto lunghetto, potevamo dividerlo a metà ma non l’abbiamo fatto, diciamo che Mari non mi fa essere perfida come il mio solito, eh, eh
, cmq, prendetevi tutto il tempo che volete ..
Disclaimer: la poesia che appare in questo capitolo si chiama ‘Up and Up ’ , scritto dalla bravissima Xionin, che è stata davvero gentilissima a permetterci di usarla in questa storia.
Mi limiterò solo a tradurla , senza rispettare le rime che fa lei.. altrimenti finirei per ucciderne il significato .. e non se ne parla!
Capitolo II.
Londra, 1880
“Oh, Madre, non dovevate comprarmela!” disse William, con un’ espressione rapita che smentiva le sue parole, mentre faceva scorrere con riverenza le sue dita sulla scrivania che la madre gli aveva comprato come regalo per il suo compleanno.
Si trattava della stessa scrivania che lui aveva tanto ammirato la settimana prima, quando avevano visitato il negozio di mobili.
Lui pensava di esser stato abbastanza furtivo da non farglielo notare, ma ormai avrebbe dovuto saperlo che c’era molto , molto poco di cui sua madre non si accorgesse, quando riguardava lui.
Dopotutto, la mamma è sempre la mamma!
“Quello che dici non ha senso, mio caro, ti meriti questo e molto di più per essere un così meraviglioso figlio. “ disse lei, sorridendo orgogliosa alla reazione del figlio verso il suo regalo.
Lei lo sapeva e basta che sarebbe stato il regalo perfetto per lui.
“Ed è stato un vero affare quell’acquisto. Se non lo conoscessi così bene, avrei giurato che il Signor Meadows volesse proprio che tu l’avessi. Non è mai così compiacente come lo è stato oggi. Mi ha pure abbassato il prezzo quando ha scoperto che era per te.. “
“Questo è strano.. “ commentò William, aggiustandosi gli occhiali, mentre guardava alternativamente sua madre e poi la scrivania. Non aveva mai sentito del Signor Meadows che praticasse uno sconto a qualcuno.
“Forse significa che questa scrivania era destinata a te.. “ disse Anne Pratt.
“Forse.. “ si passò una mano sul mento lui, in atteggiamento riflessivo, domandandosi se era il caso di confidare a sua madre tutte le sensazioni che quella scrivania gli aveva trasmesso non appena l’aveva guardata per la prima volta .
Era stato tutto così strano, non si era mai sentito attratto in quel modo da qualcosa, prima di allora. Era come se la scrivania lo avesse chiamato, l’avesse scelto per qualche strano motivo che lui non poteva nemmeno iniziare ad immaginare. E queste sensazioni erano aumentate ora che la scrivania era sua.
Aveva quasi l’assoluta certezza che qualcosa di colossale stesse per accadere, non aveva idea di cosa potesse essere, ma per qualche strana ragione non aveva la benché minima paura.
E poi la governante entrò, per annunciare loro che la cena era servita, salvandolo dal prendere una decisone se dire o meno alla madre dell’intera faccenda. Tirando un sospiro di sollievo, offrì il braccio a sua madre e insieme si diressero nella sala da pranzo.
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(Più tardi, quella stessa sera)
William sedeva di fronte alla sua nuova scrivania, mentre scriveva una poesia, cosa che di per sé non era così insolita, dato che comporre poesie era uno dei suoi hobby preferiti.
La cosa strana era stata quell’improvviso impulso di scrivere * quel * particolare poema.
Era quasi come se qualcuno gli avesse bisbigliato le parole all’orecchio mentre scriveva. E così, era dunque vero ciò che i poeti affermavano e le Muse esistevano?
Non ci poteva essere altra spiegazione, pensò lui fra se e se, mentre leggeva ciò che aveva scritto, ancora incapace di credere che quelle parole fossero uscite davvero dalla sua penna.
Non importa quanto sua madre lo rassicurasse, dicendo che le sue poesie venivano dal cuore ed erano bellissime. Lui sapeva bene che non le doveva credere.
Soprattutto quando i suoi cosiddetti amici lo prendevano in giro, o per meglio dire.. lo umiliavano, ogni singola volta che lui commetteva l’errore di esporre loro una delle sue creazioni.
Ma quel poema era davvero bello, era una cosa che si sentiva davvero fiero di aver scritto, anche se non era ancora sicuro di come ciò fosse potuto succedere.
Incapace di fermarsi, sollevò il foglio di carta e rilesse ad alta voce quello che aveva scritto:
“I rise
(Io salgo)
From hell to touch your stars
(Dall’inferno per toccar le tue stelle)
From pain to heal your scars
(Dal dolore per lenir le tue ferite)
From the depths of sorrow
(Dalla profondità del dispiacere)
I rise
(Io salgo)
Above the painted lies
(Sopra le bugie dipinte)
To claim my hard-fought prize
(Per acclamare il mio premio per il quale ho combattuto duramente)
To show you something better
(Per mostrarti qualcosa di meglio)
I rise
(Io salgo)
To the surface, to the light
(In superficie, alla luce)
To the mountaintop this night
(In cima alla montagna questa notte)
Shouting until you hear
(Gridando finchè tu senta)
My hand is outstretched
(La mia mano è protesa)
Take it and rise.”
(Afferrala e sali)Non appena finì di pronunciare anche l’ultimo verso, una folata di vento entrò nella stanza, aprendo le imposte socchiuse e facendolo rabbrividire, dandogli la fuggevole sensazione di esserne avvolto, prima che le imposte si chiudessero.
Sorpreso, e molto più che leggermente innervosito, si alzò e andò verso la finestra, aprendola e guardando fuori, verso il giardino. Tutto là era stranamente calmo. Nemmeno un ramo d’albero si muoveva, e allora che cos’era successo? Era stata solo la sua immaginazione? Essendo un poeta, sapeva di averne molta!
Scuotendo la testa, mentre si domandava se fosse interamente possibile che si fosse immaginato le cose, si sedette nuovamente di fronte alla scrivania, rileggendo il poema e fantasticando su quanto sarebbe stato meraviglioso trovare qualcuna per cui avrebbe potuto far tutte quelle cose. Qualcuna che potesse amarlo e che si lasciasse amare da lui. Sarebbe andato volentieri all’inferno e poi tornato se avesse avuto la certezza che alla fine avrebbe davvero trovato la persona con la quale era destinato a stare assieme.
Sentendosi ispirato ancora una volta, prese un altro foglio di carta e intinse nuovamente la penna nel calamaio, prima di cominciare a scrivere.
Quando finì, prese il poema e lo piegò con cura, assieme alla lettera che aveva appena scritto e lo ripose in una busta. Dopodichè, la lasciò dentro uno dei cassetti segreti che aveva trovato nella scrivania quella sera.
Tanto nessuno sarebbe mai riuscito a trovarla, non era forse così?
**************** (Contemporaneamente)
“Signor Meadows, sono davvero così contenta che lei abbia eseguito le mie istruzioni alla perfezione. Credo proprio che lei si sia guadagnato un piccolo incentivo, a parte il fatto che le risparmierò la vita, naturalmente.. “ disse la misteriosa donna, prendendo dal suo borsello una saccoccia traboccante di monete d’oro e mettendogliela sul palmo della mano dell’uomo spaventato, dicendo qualche parola sottovoce, prima di voltarsi e andarsene dal negozio di mobili.
Il proprietario del negozio rimase immobile per un attimo, e poi uscì dalla trance in cui era caduto. Strabuzzò gli occhi, guardando la sua mano.
E quella saccoccia da dove saltava fuori?
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Sunnydale, 1999
Fedele alla sua promessa, Joyce aveva fatto consegnare la scrivania quel lunedì pomeriggio, e ovviamente Buffy era rimasta a casa per accogliere i ragazzi della consegna e dirigerli nella sua camera, così che potessero collocare lì la scrivania.
Dopo che se ne andarono, salì le scale, praticamente saltellando.
Non riusciva ancora a credere a quanto la rendesse felice essere la fiera proprietaria di un’antica scrivania.
L’avrebbe capito di più se si fosse trattato di un nuovo vestito o un paio di scarpe nuove, era sempre bello averne di nuovi, specialmente considerando il fatto che essere la Cacciatrice era un inferno per il suo guardaroba!
Ma quella scrivania aveva qualcosa di speciale, e lei sapeva che aveva avuto bisogno di possederla fin dal primo momento in cui l’aveva vista.
E ora che era sua, Buffy aveva la netta sensazione che da quel momento in poi avrebbe trascorso molto più tempo nella sua stanza.
Spinse la sedia e si sedette di fronte alla scrivania, facendo scorrere amorevolmente le sue dita sopra di essa, mentre cominciava ad aprire i vari cassetti per decidere come sistemare al meglio le sue cose.
Uno dei cassetti era rimasto incastrato e lei lo strattonò leggermente, per aprirlo, del resto non poteva mica mettersi a rompere qualcosa proprio nel primo giorno in cui l’aveva ottenuta, no? E fu lì che notò un piccolo bottone a lato del cassetto. Forse era una sorta di meccanismo per aprirlo? Lei lo premette e all’improvviso, le si aprì un pannello che nemmeno aveva notato, rivelando altri due cassetti.
“Oh, ma è fantastico!” esclamò,sorridendo a se stessa, incapace di contener il suo entusiasmo per quella scoperta. “Non sapevo che le scrivanie potessero avere scomparti segreti come questo!”
Curiosa, aprì il cassetto sovrastante e vi trovò all’interno fogli di carta non ancora adoperati e buste, con tanto di penna e calamaio. Pensò che fosse strano che quella bottiglietta d’inchiostro fosse sopravvissuta sia alle scale che soprattutto al trasporto sul camion, ma fece spallucce e si preparò ad aprire il secondo cassetto. Trovò una busta chiusa e la tirò fuori. Non era indirizzata a nessuno, ma dal suo piccolo peso, lei aveva capito che c’era qualcosa dentro. L’avrebbe dovuta aprire?
Si guardò attorno con aria colpevole, prima di ricordarsi che era completamente sola nella sua stanza.
E poi, chi mai l’avrebbe saputo se l’avesse aperta? E anche se qualcuno l’avesse saputo, la scrivania era sua e così tutti i segreti che ne facevano parte, era un suo diritto aprirla.
Presa la sua decisone, lei aprì la busta, ed estrasse i due fogli piegati che erano al suo interno.
< Uhmm strano.. > pensò.
La busta e i fogli sembravano essere molto simili, se non gli stessi, a quelli che stavano nell’altro cassetto.
Aprì il primo foglio e ne rimase incantata da quello che trovò. Incapace di resistere, lesse ad alta voce :
‘ Londra, 4 Dicembre, 1880
Mia amata,
non so quale arcano impulso mi abbia spinto a scriverti oggi.
Tutto quello che so è che un giorno, da qualche parte, in qualche modo, questa lettera giungerà a te, e tu saprai che io sono qui, aspettando il momento buono, disposto ad attraversare sia il Paradiso che L’inferno per trovarti e renderti mia, così come io sono già tuo.
Amore, per sempre.
Tuo William ‘“Oh mio dio, quanto vorrei che qualcuno scrivesse una lettera del genere anche a me!” sospirò Buffy con aria sognante, asciugandosi le lacrime dagli occhi.
Quella doveva essere in assoluto la più romantica e commovente lettera d’amore che avesse mai letto, e non è che lei ne avesse lette molte.
Era almeno cento volte meglio di uno di quei film davvero, davvero romantici.. e lei ne aveva visti a palate!
Quel misterioso William sapeva davvero come scrivere una lettera e sciogliere il cuore di una ragazza.
Era un peccato che lui fosse vissuto tanti e tanti anni prima, perché se solo quella lettera fosse stata più recente, lei avrebbe rivoltato sottosopra sia il Paradiso che L’inferno pur di rintracciarlo.
Buffy aprì anche l’altro foglio, sicura che niente potesse superare quello che aveva letto prima, per poi scoprire che quella poesia scritta di sicuro poteva. Ancora una volta, lesse ad alta voce, e quando finì anche l’ultimo verso, una folata di vento apparsa praticamente dal nulla entrò nella stanza e la avvolse per un secondo, prima di scomparire con la stessa velocità con cui era scaturita fuori.
Buffy si girò dalla parte della finestra, con una mezza speranza che fosse aperta, ma sapendo che in realtà non lo era.
< Ok, ora comincio a preoccuparmi sul serio. Che diavolo è stato?>
Ci doveva essere una spiegazione logica per quanto era accaduto, ma dato che lei viveva nella Bocca dell’Inferno, giunse alla conclusione che tutto era possibile, per quanto impossibile potesse sembrare.
Oh, sì, avrebbe fatto meglio a chiedere a Giles, non appena ne avesse avuto l’occasione, lui forse sarebbe stato in grado di fornirle qualche risposta.
Sperava solo che non si trattasse di un segno che annunciasse l’arrivo imminente dell’ennesima apocalisse. Quella sarebbe stata.. cosa? La terza in un solo anno? Del resto non è che lei chiedesse la luna, solo almeno un mesetto di tranquillità.. a parte le ronde, ovvio!
Rilesse il poema e la lettera ancora una volta, e poi , la più stupida delle idee le balzò in mente.
Quasi senza nemmeno accorgersene, la sua mano aveva già afferrato la penna, intingendola nel calamaio, mentre l’altra aveva già preso uno di quei fogli inutilizzati.
< Che diavolo sto facendo? Questa cosa non ha alcun senso!> pensò, ma intanto aveva già cominciato a scrivere.
< Oh, Buffy, andiamo, questo William non riceverà la tua lettera, mai e poi mai. Quindi smettila e basta!> le impose la sua razionalità, ma era inutile, il suo cuore aveva vinto quella battaglia interiore, e il suo cuore voleva vivere un sogno.
Perciò, parola dopo parola, lei finì per rispondere a William.
E quando finì, ripose la lettera, in una busta chiusa, nello stesso posto dove William aveva nascosto la sua , più di un secolo fa, dandosi della stupida mentre lo faceva.
Come aveva potuto fare una cosa tanto demente? Non è che qualcosa sarebbe venuto fuori da lì, no?
Facendo le spallucce, mentre pensava che non avrebbe fatto male a nessuno se avesse tenuto la sua lettera nascosta lì per il momento, prese i due fogli di William e li mise all’interno del suo diario, così li avrebbe potuti rileggere tutte le volte che voleva.
TBC
Eh sì, dato che Joss ha svelato il cognome di William, visto che ci rifacciamo a quel personaggio ( anche se col tempo lo faremo evolvere un po’.. ) non potevamo usare che quello, spero non vi dispiaccia!
Anche perché onestamente a me piace molto ( Ma a Mari un po’ meno) , gli sta bene.
Noi cercheremo di postare un capitolo a settimana sui forum.. qui, considerando che devo aver il tempo di tradurlo.. cercherò di aggiornare in un giorno a settimana che oscilla tra il Lunedì e il Mercoledì.. dipende da quanto sono veloce, eh, eh!
Speriamo vi piaccia fin qui.
Nel prossimo vi dico solo che finalmente entra in scena anche Spike!